Telemarket chiude. L’emittente simbolo degli anni 80 liquida tutto

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Alla fina ha ceduto anche lei, Telemarket, la rete che fin dagli anni ottanta dedicava il suo palinsesto alla vendita di tappeti, gioielli, quadri e altri oggetti d’arte. La rete di Giorgio Corbelli cesserà le sue trasmissioni nelle prossime settimane, dopo aver iniziato a trasmettere le ultime televendite dedicate alla liquidazione dei suoi prodotti.

I ricavi delle televendite erano ormai troppo esigui per poter mantenere ancora in onda le reti (nel frattempo negli ultimi anni si era aggiunta anche Telemarket For You), e per questo motivo Corbelli ha deciso di liquidare la sua azienda vendendo, sempre attraverso i suoi carismatici televenditori tra cui Alessandro Orlando, Saverio Ricci e Claudio Burlone, i 100.000 oggetti presenti nel magazzino di Telemarket in svendita al 70%.

Gli articoli che al termine delle trasmissioni risulteranno invenduti, saranno ceduti ad una rete televisiva cinese. Corbelli ha sempre tenuto a rimarcare che Telemarket non era intermediario tra l’acquirente e le aziende, ma che era la stessa televisione ad offrire in vendita gli articoli proposti in video.

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Nata nel 1982 nel pieno del boom delle tv private, ha raggiunto la copertura nazionale nel 1990 rilevando le frequenze di Elefante TV, seconda emittente dei fratelli Marcucci che avevano già creato, con succeso, la gloriosa Videomusic. La rete è nota anche con il nome di Elefante – Telemarket, e ancora oggi dopo oltre vent’anni il suo logo è caratterizzato dall’elefantino verde. Nel 2005 ha cessato le sue trasmissioni in analogico cedendo le sue frequenze a La7, ma la rete ha trovato posto in diversi MUX locali di tutta l’Italia riuscendo così a raggiungere il suo pubblico negli anni seguenti.

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Gli oltre trent’anni di attività non sono stati tutti rose e fiori: nel 2002, uno scandalo travolse l’azienda, accusata di aver venduto numerosi quadri falsi, che portò addirittura all’arresto di Giorgio Corbelli. Per questo motivo, la rete sospese le sue trasmissioni per alcuni giorni, riaccendendosi solo il 20 marzo 2002.

Oggi, ad 11 anni di distanza da questa disavventura, siamo alla vigilia della chiusura di una delle ultime realtà televisive degli anni ottanta, che ispirò le famose “Aste toste” in cui Ezio Greggio tentava di vendere l’improbabile quadro di Teomondo Scrofalo a Drive in.

Non perdiamo una rete fondamentale del panorama televisivo italiano, ma sicuramente si chiude un’era.

 

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