Quinta dimensione – Il futuro è già qui, ultima puntata 3 febbraio 2024

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Il sabato sera di Raitre torna ad essere all’insegna della divulgazione con la terza edizione di Quinta dimensione-Il futuro è già qui, programma di approfondimento e divulgazione scientifica di Rai Cultura condotto da Barbara Gallavotti. Quattro puntate per approfondire fatti e concetti che permettono di comprendere le sfide e le opportunità di una società come la nostra, in rapidissimo cambiamento. Il tutto, con un linguaggio accessibile e immediato e con ospite fissa di tutte le puntate Amalia Ercoli Finzi.

Il programma è nato da un’idea di Jean Pierre el Kozeh e della stessa Gallavotti ed è da lei scritto e condotto. Hanno contribuito ai testi Maria Chiara Albicocco, Francesca Buoninconti, Paolo Conte, Fabio Mazzeo, Paola Miletich e Fiorella Ravera. Delegato Rai Giulia Lanza. La regia è di Luca Granato. Prodotto da Ballandi per Rai Cultura.

Quinta dimensione 2024, ultima puntata 3 febbraio

Le indagini sui crimini, la comprensione e la prevenzione dei reati possono contare su conoscenze e tecniche sempre più avanzate. Se ne parla nell’ultimo appuntamento del programma. Si parte dai vicoli di Londra e da uno dei casi più celebri della storia: quello di Jack lo Squartatore. È lo spunto per raccontare la nascita delle indagini condotte con metodo scientifico, ma anche i limiti di quello che è il più avanzato strumento nelle mani degli investigatori, la prova del Dna. È il medico legale Cristina Cattaneo a spiegare come si possono interrogare dei resti umani, così che raccontino la storia delle persone alle quali erano appartenuti e svelino eventuali atti violenti.

Si passa poi per un caso “freddissimo”, quello di Oetzi, la mummia risalente a 5000 anni fa, i cui resti hanno ancora moltissimo da raccontare a chi sa interrogarli. Successivamente parla Peter Schwartz, il ricercatore italiano che ha contribuito a fare assolvere Kathleen Folbigg, considerata “la peggiore serial killer d’Australia”: dopo vent’anni in carcere, è stata discolpata pochi giorni fa dall’accusa di avere ucciso i suoi quattro figli piccoli grazie alla scoperta di una rara variante del Dna che predispone alla morte in culla.

Il grande autore di gialli Michael Connelly svelerà invece come evolve la figura dell’investigatore nella mente di uno scrittore, appropriandosi di mezzi di indagine sempre più avanzati, e racconterà perché, a suo modo di vedere, le storie “crime” sono irresistibili. Si ripercorrerà, inoltre, la nascita delle polizie scientifiche e con l’aiuto dei Ris si seguirà il modo in cui si svolgono le indagini con il supporto di scienza e tecnologia.

Si esamineranno anche i modi inaspettati in cui la mente umana reagisce alla violenza mentre Domenico Quirico, vittima di un terribile rapimento, racconterà la sua esperienza.
Al Museo Lombroso di Torino si rifletterà su come sia cambiata l’idea di “criminale” e con l’aiuto del neuroscienziato Giulio Maira si indagherà sulle conseguenze che può, invece, avere la reclusione dopo la condanna. Infine, obiettivo sulle testimonianze, sulla loro affidabilità, sul modo in cui devono essere raccolte.

Non mancheranno molte curiosità, come la storia della grande avvelenatrice Giulia Tofana, e risposte ad alcuni interrogativi: quante tracce lascia una colluttazione? Quanto sono affidabili le prove fornite dalle telecamere? Quali sono le foto segnaletiche più indimenticabili?

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