
Sulle pagine di Chi si parla ancora del Festival di Sanremo 2013, e a farlo è Paolo Bonolis. Il conduttore delle edizioni 2005 e 2009 si complimenta Fabio Fazio, ma bacchetta la critica che, nell’incensare il padrone di casa di quest’anno, a suo giudizio dimentica gli ottimi risultati delle edizioni di Antonella Clerici e Gianni Morandi (ma noi siamo onesti e inseriamo anche le sue).
“Credo che la Rai abbia trovato la strada giusta con Fazio. Mi spiace solo che la cassa mediatico-politica abbia dovuto spegnere il lavoro e il successo delle precedenti edizioni di Morandi e della Clerici, si può essere bravi senza cancellare all’anagrafe o mortificare altri esseri umani“.
Una precisazione doverosa da parte di uno dei guru del Festival contemporaneo, riuscito a salvare la kermesse proveniente dalle esperienze disastrose di Simona Ventura e Pippo Baudo nel 2005 e nel 2009 dandole nuovo lustro e lanciando il Festival in questo suo “nuovo corso” più giovanile e meno ingessato (ma comunque maestoso) proseguito con le conduzioni di Clerici, Morandi e Fazio.
E ancora aggiunge:
“[…] La valletta, per esempio, non c’era nemmeno nella nostra edizione del 2009, anche noi avevamo proposto la musica classica con Mozart e i Pink Floyd, non parliamo degli ascolti”.
Bonolis non ha torto, anche se le sue dichiarazioni sono fin troppo assimilabili a quelle spesso irritanti del suo agente Lucio Presta (che curò appunto le edizioni della rinascita del Festival) e di alcuni suoi collaboratori, che sembrano tradire il fastidio nel vedere una creatura cresciuta da loro camminare con le proprie gambe aiutata da altre mani.
In ogni caso, Bonolis benedice Fazio, che probabilmente guiderà anche Sanremo 2014. Che siano loro due le nuove colonne portanti (e in apparente contrasto) del Festival, archiviati Mike Bongiorno (per forza di cose) e (speriamo) Pippo Baudo?