
Ospitiamo quest’oggi il primo articolo del bravo Matthias Heekeren, giovane autore che ha voluto trattare il tema del digitale terrestre, dandoci il suo punto di vista sulle nuove reti Rai e Mediaset. Buona lettura.
Diciamolo, ormai siamo tutti abituati alla presenza delle emittenti digitali e abbiamo la possibilità di scegliere tra una variegata proposta televisiva potenzialmente in grado di raggiungere i nostri gusti, senza tener conto dei limiti delle generaliste. La creazione di nuovi canali è un’opportunità per RAI e Mediaset di ampliare l’offerta proponendo prodotti che non possono trovare posto sui canali generalisti, perlomeno in orari diurni.
La Rai è tutto sommato riuscita a cogliere l’occasione creando diversi canali con dei target di nicchia e indirizzati ad un pubblico ben preciso. Rai4 ha conquistato i giovani grazie a serie storiche e inedite, come il contestatissimo Fisica o chimica, che non avrebbero trovato spazio altrove, riuscendo forse dove Rai2 fallisce da anni dovendo pagare lo scotto di apparire come una Rai 1 meno ingessata.
Rai5 è un faro nella notte per gli amanti della cultura e per gli spettatori più raffinati; propone opere liriche e documentari storici in orari accessibili, trasmissioni da tempo assenti sulla generalista ma richieste da una discreta fetta di pubblico. Rai Movie e Rai Premium macinano ascolti e non lasciano impolverare la library cinematografica e la collezione di ficton targate Rai.
L’offerta digitale free Mediaset appare invece piuttosto fumosa: La5, il canale femminile del gruppo, non ha mantenuto le promesse e non è diventata il punto di riferimento televisivo delle donne italiane. E del resto non ci si potrebbe aspettare di meglio da una rete che da due anni ripropone ciclicamente le solite puntate di Alisa, Il bello delle donne, La tata e Dharma & Greg che, pur essendo produzioni di qualità, risultano così usurate da non avere più appeal.
Mediaset Extra, che sarebbe dovuta essere la vetrina di Mediaset, l’incontro tra il successo di oggi e quello di ieri, è letteralmente massacrata dai continui cambi di palinsesto, sospensioni di programmi poi ripresi mesi dopo o cancellati dopo poche puntate che, uniti al tassativo ritardo o anticipo sul palinsesto, provocano confusione negli spettatori che, girando sul canale 34, non sanno mai cosa si troveranno davanti.
Il continuo cambio di mission della rete, prima perfetto mix tra catch up e archivio, poi esclusivamente catch up e infine tornato a mischiare i due generi dopo un vistoso calo d’ascolti, ha portato la rete ad essere difficilmente definibile dallo spettatore medio.
Il più recente Italia2 sarebbe invece potuto essere un’ottima alternativa a Rai4 ma, tolte alcune idee vincenti come la U Zone, che lascia spazio ai giovani talenti che vogliono mettersi in gioco, il palinsesto è composto da ennesimi passaggi di telefilm già rigettati ovunque e programmi validi, ma fuori posto in una rete giovane, come Gommapiuma, Tira e molla e Finchè c’è ditta c’è speranza, casualmente accomunati dalla presenza del direttore della rete, Luca Tiraboschi.
Pare passarsela meglio, oltre a Boing, il canale cinematografico IRIS, ma è anche vero che sul cinema è difficile sbagliare. Certo, vien da chiedersi cosa ci facciano telefilm come Supercar e A Team – già strareplicati da Mediaset Extra – in un canale sul cinema d’autore e perché non siano su Italia 2 al posto della Premiata Ditta…ma sono dettagli.
Mediaset avrebbe quindi la possibilità di raccogliere punti di share preziosi (e di conseguenza raccolta pubblicitaria) in un periodio di emorragia d’ascolti, ma tra continui cambi di palinsesto, orari mai rispettati, trasmissioni mandate in onda senza un ordine cronologico e sospese di botto senza apparente motivo, sta perdendo un’ottima occasione per crearsi dei gioiellini di nicchia, che in tempi di frammentazione sarebbero in grado di creare una forte fidelizzazione.