La nostra Raffaella, su Raiuno l’omaggio (in colpevole ritardo) della Rai

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La Rai dedica un omaggio a Raffaella Carrà. E finalmente, verrebbe da dire: venuta a mancare nel luglio del 2021, da allora la tv di Stato, che tanto deve al caschetto biondo più famoso del piccolo schermo, le ha riservato pochi onori. Cerca di rimediare con La nostra Raffaella, speciale realizzato da Rai Documentari e prodotto da Aurora Tv in onda questa sera, sabato 25 maggio 2024, alle 21:25 su Raiuno.

Dopo aver trasmesso i funerali in diretta e riproposto alcune puntate di Carramba che Sorpresa nell’estate 2021, la Rai ora propone un documentario per ricordare colei che dagli anni Cinquanta ha creato un immaginario collettivo nel quale specchiarsi e riconoscersi.

Due storie, quella dell’artista romagnola e quella della Rai, che si sono sovrapposte per decenni, influenzandosi reciprocamente, divenendo un unico pentagramma nella sinfonia generale di un Paese che, dalla fine degli anni Sessanta, ha percorso molta strada

Raffaella si è fatta interprete di un’Italia che voleva cambiare: nel modo di ballare, nel modo di vestire, nel modo di amare e di pensare. Un’Italia che a guardar bene le somigliava profondamente: semplice e talentuosa, provinciale e attenta a ciò che succede nel mondo, fedele ai valori “di una volta” e tuttavia prepotentemente affacciata sulla modernità.

Energia, rigore, empatia, sono state le qualità che Raffaella ha sempre messo nel suo lavoro ma anche nei rapporti con i suoi collaboratori e con tutti quei personaggi, dello spettacolo e della cultura, che oggi possono raccontare con orgoglio e affetto di aver lavorato al suo fianco o di averla incontrata.

Proprio attraverso le loro voci (Bruno Vespa, Enzo Paolo Turchi, Irene Ghergo, Maria Grazia Cucinotta, Noemi e molti altri), viene fuori un ritratto sincero, attento, prezioso della “nostra Raffaella” che attraverso le tante interviste rilasciate in cinquant’anni di carriera e conservate nelle preziose Teche della Rai (da Enzo Biagi a Fabio Fazio, da Maurizio Costanzo a Vincenzo Mollica, da Giovanni Minoli a Vespa), si racconta in una sorta di virtuale self-portrait: facendo così riemergere e rivivere le sue idee e i suoi progetti, i suoi ricordi e i suoi sogni.

Anche i luoghi “parlano” di lei: il Centro di produzione televisiva di Via Teulada, l’Auditorium del Foro Italico ed il Teatro delle Vittorie. È qui che ancora oggi, come per magia, riecheggiano l’inconfondibile risata di Raffaella e le note delle sue famosissime canzoni, divenute veri e propri inni pop di un intero Paese, bandiere di “fiesta” e di libertà su cui continuano a ballare le generazioni di ieri ma anche i giovanissimi di oggi, travolti da un’energia senza tempo.

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