Il Musichione di Elio e Le Storie Tese: tante idee, tanti ospiti, qualche calo di ritmo (gallery)

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Quanto sono geniali gli Elio e Le Storie Tese e quanto è diventato banale ripeterlo? Alla prima occasione da protagonisti sul piccolo schermo con Il Musichione (la prima puntata è andata in onda ieri, 6 marzo 2014) i membri della leggendaria band hanno confezionato lo show che ci si aspettava da loro: pieno zeppo di idee, di umorismo, di intelligenza, di splendida musica e di ospiti disposti a prendersi amabilmente in giro di fronte alle telecamere della seconda serata di Rai2.

Su una struttura da quiz vecchio stile – Mietta e Nek sono stati i “concorrenti” della prima puntata – gli EelST innestano gag e divagazioni a sufficienza da riempire almeno tre programmi. Uno spot degli “occhiali che vedono le donne nude”, un video sull’Associazioni Italiana Celentani (sic!), un’esibizione canora dell’inossidabile Mangoni immerso in un acquario… E poi Nek e Mietta che si sono prestati a reinterpretare non i loro successi storici (figuriamoci…) ma i capolavori del repertorio di Jimi Hendrix e Janis Joplin.

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Poi c’è il parco ospiti, talmente lussuoso da rivaleggiare con quello di una qualunque edizione di Sanremo. “Pasquale Mammaro”, ovvero un Pippo Baudo che, giunto alla terza età anagrafica e allo status di monumento televisivo vivente, mostra di trovarsi perfettamente a suo agio nei panni dell’arzillo vecchietto disturbatore. Il grande chitarrista Franco Cerri, protagonista insieme a Mietta di una memorabile versione jazz di Vattene amore. E soprattutto una Laura Pausini mai così autoironica: la surreale intervistata rilasciata a Rocco Tanica “in collegamento da New York” si candida a momento più spassoso della serata, ed è facile prevedere che farà il botto di visualizzazione su Youtube nei prossimi giorni.

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Tutto perfetto dunque? No, perché Il Musichione ha faticato per trovare il ritmo giusto ed ha patito qualche lentezza, come se la perfezione delle scenette elaborate dalla band faticasse a calarsi con scioltezza e spontaneità nel flusso dello spettacolo televisivo. Il meccanismo è impeccabilmente costruito ma non (ancora?) oliato a dovere, e soprattutto all’inizio ha faticato ad ingranare. Il che, sia detto chiaramente, non inficia granché la godibilità di uno show capace di unire divertimento e intelligenza come solo gli Elii sanno fare. Quel genere di show che, in tempi di Gialappa’s Band ormai di fatto epurata dalle reti Mediaset, ci manca terribilmente.

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