Folle d’amore: Alda Merini, quante puntate sono?

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A quindici anni dalla sua scomparsa, Raiuno dedica un film-tv ad Alda Merini. Folle d’amore, questo il titolo, va in onda giovedì 14 marzo 2024 alle 21:30. Con la regia di Roberto Faenza, il film-tv ripercorre la vita della poetessa, dall’infanzia all’età adulta, passando per il periodo vissuto in manicomio.

Ma da quante puntate è composto Folle d’amore: Alda Merini? In realtà, la fiction è un film-tv della durata di circa 110 minuti, quindi una sola puntata, che Raiuno manda in onda nella serata di giovedì 14 marzo.

Folle d’amore: Alda Merini, la trama

A Milano – sui Navigli, a Ripa di Porta Ticinese – c’è un appartamento la cui porta è sempre aperta. A varcarla sono intellettuali, cantanti, giornalisti, ma anche semplici curiosi. Sono tutti lì per lei, Alda (Laura Morante): 70 anni, unghie smaltate, sigaretta sempre accesa, un caos in cui si trova a suo agio. Ma cosa la rende così speciale?

La sua poesia, certo, ma anche la sua vita senza mezze misure che lei stessa, con ironia e sagacia, racconta a un giovane intellettuale, Arnoldo (Federico Cesari). Un salto indietro nel tempo e siamo nel secondo dopoguerra. Alda è un’adolescente con una sensibilità spiccata e il dono di scrivere poesie che la madre Emilia (Francesca Beggio), donna severa, non comprende e che il padre non incoraggia abbastanza.

Il desiderio di Alda di continuare gli studi viene frustrato quando non viene ammessa al liceo classico: un’umiliazione che trasforma la sua vocazione per la poesia in ossessione. È una sua ex insegnante a darle l’occasione della vita portando le sue poesie al critico Giacinto Spagnoletti (Ludovico Succio), che ne rimane ammirato e la invita nel proprio salotto letterario.

Le poesie di Alda vengono lette e apprezzate e ben presto arrivano anche le prime pubblicazioni: il suo talento precoce e inspiegabile ne fa una vera enfant prodige. In quel circolo letterario Alda trova anche il suo primo amore, lo scrittore Giorgio Manganelli (Alessandro Fella). Dieci anni più grande di lei, sposato, ma ad Alda non importa: lo ama con tutta sé stessa con furore totalizzante, quello che sarà per sempre il suo modo di amare.

Incapace di starle accanto, Giorgio la lascia. Alda è disperata, ma riesce a risollevarsi, come sempre farà nella vita. Incontra un altro uomo, molto diverso da lei per interessi e mentalità, ma che diventerà suo marito: Ettore Carniti (Luca Cesa). Alda prova a essere moglie e madre secondo tradizione, ma la sua natura è diversa. Lei ed Ettore litigano spesso. A questo si aggiunge che l’attenzione del mondo letterario nei suoi confronti sta scemando e Alda non riesce a trovare nessuno che pubblichi le sue nuove raccolte di poesie.

Pian piano precipita nella psicosi fino al giorno in cui, dopo una grave crisi di nervi, il marito la fa ricoverare. Non immagina che Alda, tra un ricovero e l’altro, rimarrà in manicomio per ben dieci anni. Anni di buio, sofferenza, cure pesanti e perdita di contatto con il mondo. A salvarla sarà il rapporto con il dottor Enzo Gabrici (Giorgio Marchesi), lo psichiatra che l’ha in cura. È lui a spingerla a riprendere l’attività poetica dopo anni di silenzio, regalandole persino una macchina da scrivere.

E Alda, attraverso le parole che bruciano la pesantezza della vita, scrivendo riesce a trasfigurare il dolore e la malattia, vincendoli. Rimasta vedova, Alda sposa il poeta Michele Pierri (Mariano Rigillo), che ha molti anni più di lei, e si trasferisce da lui a Taranto. Ma la felicità non dura a lungo, perché Michele muore poco dopo. Rientrata a Milano, Alda non si dà per vinta e si afferma come una delle figure di riferimento della vita culturale italiana.

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