Sono poche le volte in cui riprendiamo interviste dei personaggi Vip, perché le risposte sono quasi sempre poco interessanti e spesso uguali a tante altre interviste rilasciate, nonostante cambino le testate e le domande poste. Questa volta però quanto dichiarato da Costantino Della Gherardesca è davvero originale e meritevole di essere riportato. Il conduttore di Pechino Express 2013, stasera su Rai2 per la finale, ha avuto modo di parlare non solo del reality-show, ma anche e soprattutto di musica, talent show e Sanremo, e l’ha fatto con un giornalista di XL, supplemento di Repubblica.
Riguardo a Pechino Express – non potevamo non riportare almeno una dichiarazione, vista la finale alle porte -, Costantino dice:
È un tipo di intrattenimento a cui in Italia non siamo più abituati, e nel suo piccolo è anche un programma sperimentale. E ovviamente colpisce perché in Italia, almeno in ambito televisivo, non si sperimenta più. E non lo dico solo io, lo dice anche Freccero, per esempio. Questo non vuol dire che persino in Italia ogni tanto non nascano progetti di livello e persino esportabili all’estero… L’unico che mi viene in mente al momento è Montalbano.
Ma si scatena proprio parlando dei talent-show, a partire da X Factor:
[…] in generale di X Factor criticavo la deriva… diciamo provinciale, perché se ci pensi agli inizi gli autori del programma qualche sforzo lo facevano, e magari ti infilavano qua e là una canzoncina di Blondie o dei Soft Cell, mentre adesso… Ti immagini se un giovane concorrente prendesse una chitarra in mano e suonasse un brano di Woody Guthrie? La Ventura si squaglierebbe come la strega del Mago di Oz!
Con l’avvento dei talent show “si è scatenata una metastasi“, dice Costantino. E la colpa principale di questo tipo di programmi è:
essere una fucina di musica di merda […] Ma alcuni di quei poveri cristi avranno pure le migliori intenzioni, non so… Poi certo, una volta lì si scontrano con autori televisivi negati. Se infine ci metti che il premio del talent è un contratto con la filiale italiana di una major discografica, allora capisci che il danno è totale. Le major sono il colpo di grazia: se a rovinarli non ci è riuscito già il talent, ci pensa l’industria a dargli la botta finale.
Potete trovare l’intervista integrale a questo link.