Il “mistero buffo” del successo di Carlo Conti

Carlo Conti e il successo del suo Festival di Sanremo

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Ultima serata del Festival di Sanremo 2016 archiviata. Altro risultato in termini di ascolti da annale della storia del Festival: 52.52% di share su 4 ore e 4 minuti. Benché distratta dallo scorcio di mare che si gode dai finestroni della sala stampa, non posso fare a meno di sentire che si rumoreggia tra i giornalisti per provare/azzardare a chiedere al “fabbricatore” di questo successo le ragioni dello stesso.

La cosa affascinante è che il quesito suscita in tutti, in chi lo pone e chi lo riceve, una sorta di labirintite. E comincia la riffa delle spiegazioni post hoc…che già di per se stesse, in quanto ragioni a posteriori, suonano oltremodo bizzarre: secondo voi se andate da Massimo Bottura o da Carlo Cracco non lo sanno perché la pietanza che realizzano sia efficace? Secondo voi se chiedete a Giorgio Armani o a Valentino Garavani quale sia il motivo di riuscita delle loro storiche collezioni, non sapranno rispondere?

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Ecco..Carlo Conti non lo sa se non appellandosi ad un “grande lavoro di squadra” e ad un “affiatamento del gruppo autorale e non solo”. Non lo sa lui, il direttore di rete Giancarlo Leone, non lo sanno i giornalisti che provano a tirarle tutte compreso l’intervento dello spirito santo. Secondo me non lo sa nemmeno la Madonna con tutti gli angeli in colonna.

Perché in realtà in questo Sanremo non c’è stato nulla di eccezionale: la musica non era eccezionale, non ci sono interventi eccezionali (tolto quello del maestro Ezio Bosso, davvero proveniente da un altro pianeta, altro che tre metri sopra il cielo!); non c’era nella scaletta, nei protagonisti e/o co-protagonisti (eccezion fatta per Virginia Raffaele, lei si artista di razza).

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Ne viene fuori un successo fatto di una sorta di medietà, fattore questo forse nemmeno così distonico rispetto a ciò che succede a tutti i livelli e su tutti i fronti nel nostro Paese. Nell’era degli “i like” e dell’apparente democraticità di sistema, vige la tirannia della media. Meno male che Michelangelo non è nato ai nostri tempi, ché la sua Cappella Sistina non avrebbe mai ricevuto nemmeno un click. Forse nemmeno l’avrebbero realizzata.

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