AnnoUno: l’assemblea d’istituto targata Santoro convince ma non troppo (gallery)

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E’ un esperimento non del tutto riuscito ma comunque interessante, quello tentato da Giulia Innocenzi (e indirettamente da Michele Santoro) con AnnoUno, il programma che ha preso il posto di Servizio Pubblico e di cui, ieri 8 maggio 2014, è andata in onda la prima puntata.

Va dato sicuramente atto a Santoro, da grande talento della comunicazione quale è, di aver compreso meglio di altri lo stato di profonda crisi in cui versa il genere del talk show di approfondimento politico: AnnoUno è se non altro un tentativo di rivitalizzare la formula iniettando al suo interno massicce dosi di “giovanilismo”.

Il tono e la forma sono quelli, ça va sans dire, della cara e vecchia assemblea d’istituto, con tutti i pregi e i difetti del caso: un ospite al centro della scena (ieri Matteo Renzi), un gruppo di giovani seduti in circolo a proporre interventi e la pupilla di Santoro a moderare il dibattito. Chiaramente questa formula si presta a facili critiche relative al tenore degli interventi (non sempre irresistibili, spesso oscillanti fra facile polemica e facile buonismo), alla scarsa esperienza di Giulia Innocenzi (penalizzata, bisogna riconoscerlo, anche da un timbro vocale non proprio gradevole) e all’evidente mancanza di struttura e di ordine, a malapena camuffata dalla scelta di una tematica principale (ieri l’immigrazione) che, nei fatti, non viene approfondito più di tanto.

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L’assemblea d’istituto si dimostra comunque in grado, perlomeno a tratti, di rivitalizzare il meccanismo – stantio e noioso – del talk show politico in generale e di quello santoriano in particolare, con la sua liturgia immutabile (pistolotto iniziale di Michele Santoro, intervento di Marco Travaglio, vignette di Vauro…) alla quale neanche AnnoUno ha saputo completamente rinunciare.

Tutto sommato un Renzi attorniato dagli interventi in libertà dei giovani ospiti qualche momento di autentico interesse è riuscito a suscitarlo, nel senso che si è accalorato, si è appassionato, a volte ha strabordato, e nel complesso ha offerto momenti un po’ meno ovvi dei previsto. Certo, c’è il sospetto che la parziale riuscita dell’esperimento sia dipesa più dalla ormai notoria abilità comunicativa del presidente del Consiglio – che in contesti di chiacchiera informale è a suo agio come un topo nel formaggio – che da qualità proprie dello show. Dovremo aspettare le prossime puntate per capire se AnnoUno sarà in grado di reggere alla prova di ospiti meno carismatici di Renzi.

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