Domenica Live: l’Italia a luci rosse in fascia protetta

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Barbara D’Urso a luci rosse: non è solo la query digitata su Google da qualche utente con fantasie inconsuete, ma anche la sintesi del poco edificante spettacolo andato in onda nella prima parte di Domenica Live oggi Domenica 19 gennaio 2014.

La tematica sessuale è stata infatti il generico comune denominatore di un’insalata mista di servizi e fatti di cronaca che ha spaziato dal sadomaso ai battuage, dal carsex alle molestie sessuali, dai centri massaggi con servizi “particolari” alla dipendenza patologica da sesso. Il tutto, giova ricordarlo, non in qualche sperduto anfratto della seconda serata ma nella fascia oraria che va dalle 14.00 alle 15.00.

Punto di partenza di questo pruriginoso tour de force è il presunto caso Modà, che vede il fondatore ed ex membro della band Paolo Bovi accusato di molestie su alcuni minorenni. Da lì in poi un’escalation inarrestabile, animata da un parterre di ospiti in studio che prevedeva da un lato una signora auto-definitasi “poli-amorosa” in quanto solita, pare, ad intrattenere rapporti sessuali con svariati partner; e dall’altro, una Karina Cascella nel ruolo (un po’ improbabile, se ci è consentito dirlo) di fiera fustigatrice dei costumi corrotti della suddetta signora.

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La presenza in studio del sessuologo Marco Rossi, unico personaggio che cercava di ricondurre il discorso su binari un po’ meno grotteschi, non è bastata a evitare l’inarrestabile deriva trash della situazione. Tanto che quando è scappata l’inevitabile parolaccia (un “tr*mbare” pronunciato con noncuranza dalla poli-amorosa), ben poco credibile è suonato l’improvvisa corsa ai ripari esibita dalla D’Urso:

Giorgia si sta riferendo agli strumenti musicali. Lo dico perché poi, su cinque ore di lavoro ineccepibile, magari vanno a prendere proprio la parolina per dire: Oh la D’Urso!

In effetti è probabile che si solleveranno polveroni, ed è scontato affermare che per certi argomenti ci sono spazi, e orari, ben più appropriati di un day-time domenicale. Ma l’esigenza di tutelare i minori non è che una parte del problema. La vera nefandezza forse sta altrove, in una tv che affronta argomenti seri e pesanti in maniera a dir poco triviale e semplicistica, tra gli incredibili strilli moralizzatori della Cascella e i servizi morbosi incentrati sugli “uomini posacenere” (i quali, ci informa una dominatrice intervistata, sono gli uomini che amano essere sottomessi).

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Che questa televisione sia degrado, ci sono pochi dubbi: e forse non c’era bisogno di aspettare le inchieste sui battuage per rendersene conto.

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