Quinta Colonna – Il quotidiano… fomentare l’odio per la politica

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Paolo Del Debbio si è più volto nascosto dietro l’alibi del “dar voce alla gente comune” per il suo Quinta colonna, da più parte contestato d’essere un talk show politico populista.

Piaccia o no, la formula è comunque risultata vincente, tanto che la trasmissione è in onda ininterrottamente da settembre il lunedì nella prima serata da Rete4 e, da qualche giorno, anche nell’access prime time nella versione Il quotidiano, che ieri ha portato a casa un onesto 5% di share e quasi un milione e mezzo di spettatori.

Una formula decisamente a senso unico però; non si cerca di trovare risposte alle domande della gente o compromessi con le forze politiche i cui esponenti sono spesso ospiti all’interno della trasmissione. Anzi, i politici in questione, quasi sempre semplici deputati presi dal mucchio, sono gettati in pasto ai leoni che popolano le tumultuose piazze italiane alle quali ci si collega ogni sera in quanto orribili rappresentanti della casta colpevoli di qualsiasi problema dell’Italia.

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Sia chiaro, nessuno qui cerca di difendere i politici, anzi, ma più vediamo Quinta colonna, più ci chiediamo a quanto serva fomentare l’odio verso un sistema politico che pur non essendosi comportato bene nei confronti della popolazione italiana nelle ultime Legislature ha necessariamente un ruolo chiave per la ripartenza del Paese, e ha quindi bisogno della fiducia e deve essere considerato come il perno della nostra società.

Proprio in un periodo in cui è necessaria una forte unione tra le parti politiche (come detto anche da Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) e un forte sostegno degli uomini politici che possono portare qualcosa di positivo all’Italia – alla faccia del “tutti a casa!!!” -, siamo costretti ad assistere ogni giorno all’ora di cena ad uno spettacolo straziante di persone in difficoltà, il cui odio del tutto giustificato per le Istituzioni viene fomentato dal pacato assenso del conduttore di fronte a scene dettate dalla disperazione.

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Ma il punto più basso si è raggiunto probabilmente nella puntata di stasera, 24 aprile, quando in chiusura di trasmissione è stato lanciato un servizio dell’attric comica prestata alla satira Rosanna Sferrazza; fingendosi Parlamentare, ha girato la città pretendendo agevolazioni in quanto Onorevole e lamentandosi del basso stipendio di solo 12mila euro, suscitando così le ire dei comuni cittadini che incrociava per la strada.

Che utilità ha un servizio del genere se non quella di fomentare l’odio nei confronti della politica, che già di per sé stenta a farsi amare?

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