The Wall: un programma semplicemente terribile
Dopo aver visto con attenzione la prima puntata di The Wall, il nuovo gioco del preserale di Canale5 condotto ancora da Gerry Scotti, ci siamo fatti una domanda: com’è possibile che sia un successo in tutto il mondo? Le ipotesi sono due: o non è poi questo gran successo, contrariamente a quanto dichiarato dai vertici della rete durante la presentazione; o la versione italiana è diversa dal format internazionale e l’adattamento non ha funzionato.
La prima puntata, pur avendo avuto ascolti eccezionali – ma si trattava di una novità e sicuramente i numeri non saranno bissati -, non ha avuto alcun appeal. Domande troppo facili, grandi perdite di tempo e concorrenti con una storia strappalacrime che cozzava incredibilmente con lo spirito allegro che dovrebbe avere un quiz del preserale.
Nulla contro i concorrenti, sia chiaro, ma solo contro chi ha deciso di pompare la storia a discapito del gioco. Capiamo si debba fare una presentazione della coppia, ma ricordare continuamente il motivo della loro partecipazione e far fare loro una “dichiarazione” finale guardandosi negli occhi l’un l’altro, è stato a tratti addirittura imbarazzante.
The Wall va aggiustato, e pure molto. Vanno tolti i tempi morti, va studiato meglio il meccanismo da parte di Scotti e, soprattutto, va evitato il “tifo estremo” dei concorrenti verso le palle che scendono. Perché, alla fin fine, lì è tutta questione di culo e le urla per incoraggiare la destra piuttosto che la sinistra sono altamente fastidiose. Una volta sistemate almeno queste cose basilari, il gioco si potrà considerare almeno guardabile. Piacevole, forse, è pretendere troppo.