La vita in diretta e Fratel Cosimo: la celebrazione di un santone sulla tv pubblica

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Sappiamo di non poterci aspettare picchi di qualità dalla tv pomeridiana dedicata alle famigerate casalinghe che girano il sugo: però sarebbe gradito ogni tanto un sussulto di dignità, anziché ostinarsi a scavare nel degrado.

A La vita in diretta su Rai1, oggi 17 marzo 2014, si è parlato lungamente di tale Fratel Cosimo. Trattasi di un personaggio a quanto pare molto conosciuto in terra calabrese, che avrebbe compiuto miracoli e guarigioni di ogni sorta sui fedeli che accorrono da ogni parte d’Italia per incontrarlo. Paola Perego ha così introdotto le testimonianza di alcune persone che sostengono di essere guarite da gravi patologie grazie all’intervento del santone: un ragazzo si è liberato di una grave forma di scoliosi, una signora è riuscita addirittura a sconfiggere un tumore alle ossa.

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Fin qui non ci sarebbe nulla di male, perché in tv si può affrontare qualunque argomento, se si è muniti di intelligenza e spirito critico. Inutile, purtroppo, aspettarsi qualcosa del genere dal talk show pomeridiano della Perego. Gli ospiti in studio, tutti a vario titolo uomini di Chiesa o credenti, non hanno fatto altro che magnificare gli straordinari miracoli compiuti a getto continuo da Fratel Cosimo senza che nessuno osasse muovere la benché minima obiezione all’unanime coro di esaltazione mistica.

I miracoli sono un tema per loro natura controverso (e ci mancherebbe), ma a Rai1 evidentemente il dubbio non vige. Nella mezz’ora di “dibattito” non si è sentita neanche l’ombra di un contraddittorio, di un parere difforme, di una concessione non dico al raziocinio (figuriamoci) ma al comune buon senso: quelli di Fratel Cosimo sono miracoli, punto. La stessa Perego sembrava in preda all’estasi di Santa Teresa (forse perché lei stessa professionalmente un po’ miracolata): “Diecimila miracoli! Ma è un numero enorme!”.

Ok che i programmi del pomeriggio sono quello che sono, e che la concorrenza di Barbara D’Urso non è meno adusa alle bassezze, ma stiamo parlando pur sempre di tv pagata dai contribuenti. Una tv del genere non umilia solo i non credenti, ma anche chi ha abbastanza cervello per fare due più due.

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