La storia siamo noi: Giovanni Minoli messo alla porta da una Rai incoerente?

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È polemica sulla notizia, trapelata ieri, sulla chiusura di La storia siamo noi, trasmissione del mattino di Rai3 curata da 12 anni da Giovanni Minoli. Il DG della Rai Luigi Gubitosi ha calmato già nella giornata di ieri le ire degli spettatori che sul web si sono scagliati contro questa decisione, affermando che la trasmissione tornerà in onda e sarà curata dall’attuale direttore di Rai Educational, Silvia Calandrelli.

A non essere riconfermato e andare in pensione, stando a Gubitosi, sarebbe soltanto Giovanni Minoli, legato alla Rai da un contratto triennale (in scadenza il 31 maggio) di collaborazione con la struttura Rai 150 creata per la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia che sarà smantellata. La Rai non è più disposta a mettere sotto contratto i dipendenti andati in pensione, e quindi sarà costretta a dire addio all’ideatore di Mixer.

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Giovanni Minoli però non ci sta, e polemizza con Gubitosi che ha ribadito, nel confermare la trasmissione per la stagione 2013/2014, che la trasmissione non è del giornalista ma della Rai, in quanto il format è stato ideato nel 1998 da Renato Parascandalo e solo successivamente affidato a Minoli.

Il giornalista non accetta di essere stato messo alla porta, e in un’intervista a Silvia Fumarola di Repubblica lamenta una disparità di trattamento con altri nomi celebri. C’è infatti chi, pur essendo in pensione, conduce i suoi programmi pur essendo un “esterno” all’azienda: Bruno Vespa, che nonostante sia in pensione conduce da anni il suo Porta a porta, e Piero Angela, che prosegue con il suo Quark pur essendo un collaboratore esterno della Rai. E cita anche altri due nomi di non dipendenti della Rai assunti con contratti particolari: Mario Orfeo e Nicola Porro, che da settembre condurrà una prima serata su Rai2.

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Un alterco tra grandi personaggi si sta consumando sulla pelle dell’apprezzata trasmissione di Minoli. Chi avrà ragione?

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